Studio su Romeo e Giulietta 29 e 30 aprile ore 21:00

Dal primo al quinto anno, sono stati 48 gli studenti che hanno partecipato al laboratorio Orateatro di Gabriele Claretti e Elena Cupidio con coordinamento delle professoresse Annalisa Monizzi e Emanuela Capocasa. A partire da gennaio, in quelle ore di lezione hanno imparato a rapportarsi con uno dei più noti drammi shakespeariani e studiarlo, approfondirlo e farlo proprio, al punto da metterlo in scena in maniera del tutto personale, tramutando il dramma in leggerezza, il teatro in laboratorio, il palcoscenico in una sala prove.

L’invito ad assistere allo , è esteso a tutti. Le date: 29 e 30 aprile a partire dalle 21, in una delle aule della scuola. Prenotazioni al numero 340 4080361.

“Lavorando con le scuole le situazioni sono diverse da quelle di una compagnia di professionisti - afferma il regista Claretti – i ragazzi devono imparare, e spesso nelle scuole mancano tempo e fondi, eppure è proprio in queste condizioni che il teatro succede”.

Il regista, che si sta orientando verso una drammaturgia degli spazi, ha capito grazie al lavoro coi ragazzi che “la teatralità è dentro a ogni luogo, anche in una scuola”. È proprio una scuola, il Liceo Scientifico Calzecchi Onesti, che ha portato Claretti al testo di Romeo e Giulietta, e non viceversa.

“Ho capito che mi servono i ragazzi per liberare i protagonisti da questo senso di tragedia che pervade Shakespeare”. I versi sono sì di Shakespeare, ma c’è un sentimento del tutto contemporaneo, condiviso dagli allievi e dai registi: la freschezza della giovinezza, la spensieratezza e la leggerezza con cui i ragazzi affrontano le scelte capitali della vita, o della morte. I ragazzi sono leggeri, sono poetici, dolci, amorevoli, e sono riusciti ad interpretare Romeo e Giulietta come un classico contemporaneo in cui tutti si possono ritrovare.

Ne esce fuori uno spettacolo inedito, che si costruisce insieme ad un pubblico di spettat(t)ori che, oltre a guardare e ascoltare, partecipano all’atto creativo. Si assisterà non ad una semplice messinscena ma ad una spiegazione del lavoro che ha portato alla messinscena, una sorta di teatro nel teatro, facendo vivere al pubblico il processo di costruzione dello spettacolo, a partire dal testo. Non c’è nessuna separazione tra gli attori e gli spettatori, neanche logisticamente.

Il messaggio che il laboratorio vuole trasmettere è che tutti hanno bisogno del teatro e tutti ne fanno parte; non a caso il nome scelto per i laboratori diffusi dell’associazione Ho un’idea è “Teatro Necessario”. “Il pubblico, partecipando attivamente al qui e ora come essenza del teatro, farà anch’esso parte del laboratorio dello spettacolo, perché tutti sono importanti: dal cast ai fotografi, dagli assistenti ai curatori della parte tecnica, dagli scenografi ai costumisti, dagli attori al pubblico”

“Il TCO è stato anche il mio liceo – confessa Claretti con un pizzico di nostalgia – e so che questo spettacolo per come è stato pensato non può prescindere dal luogo e dalle persone che lo compongono”.

 

Pubblicato il 26-04-2023